Eolo Perfido
Eolo Perfido
Fotografo
Quando mi è stato richiesto di raccontare attraverso la mia fotografia gli 85 anni di Enpaia ho capito che le persone, prima ancora dei prodotti o delle singole realtà aziendali, sarebbero dovute essere il centro del mio racconto. Nasco da una famiglia che da parte di mia madre, francese di Cognac, ha lavorato e tutt’ora lavora la terra. I miei parenti producono Cognac da varie generazioni e ogni estate ero lì per passare le vacanze, assaporando stralci di vita agreste e contadina, avvicinandomi anche se per gioco alla fatica, alla costanza, alla sapienza e all’attenzione necessaria per riuscire nel nobile intento di coltivare la terra e gioire dei suoi frutti. L’agricoltura è tra le attività umane quella che ha sicuramente influito in maniera più forte sulla storia del nostro paese, andando spesso a determinare tutti gli equilibri della nostra civiltà. E’ stata per molto tempo, a seconda delle stagioni, il motivo per cui si decideva di essere stanziali o di spostarsi. Se vivere in pace o cercare a qualsiasi costo nuove risorse in terre lontane; l’agricoltura ha determinato il benessere di tutte le più grandi popolazioni nella storia. Ed oggi, che di nuovo grandi eventi climatici sembrano mettere in discussione i nostri fragili equilibri, l’agricoltura torna ad essere, come giusto che sia, al centro delle conversazioni planetarie. Se è vero che un frutto nasce spontaneamente, la cura e l’intelligenza dell’uomo, nelle realtà che stiamo raccontando, hanno cercato nella natura un sistema capace di sostenere una crescita esponenziale in termini di domanda del prodotto e dei servizi.
Dietro ogni grande progetto c’è sempre un costruttore illuminato e quando ho avuto la fortuna di visitare alcuni dei luoghi di eccellenza dell’agricoltura italiana, pur meravigliato dalle location eccezionali e dalle tecnologie impiegate, alla fine la mia attenzione è andata sulle persone che ogni giorno lavorano per salvaguardare il più prezioso dei beni. Gente appassionata, motivata e attenta che negli anni ha lavorato con sapienza e prudenza per mantenere, nel loro piccolo, l’equilibrio perfetto tra natura, uomo e consumo consapevole.
Essere stato scelto da Enpaia per questo progetto è stato per me come tornare bambino in quei luoghi dell’infanzia dove correvo felice tra i vitigni e dove avevo la sensazione di contribuire a costruire qualcosa di importante, dando il mio piccolo contributo alla narrazione di questa grande storia che è la nostra agricoltura, fatta da aziende e da persone che sono ormai soprattutto patrimonio Culturale del nostro paese e che hanno contribuito così fortemente alla costruzione del Made in Italy e del buon vivere all’estero.
Quando mi è stato richiesto di raccontare attraverso la mia fotografia gli 85 anni di Enpaia ho capito che le persone, prima ancora dei prodotti o delle singole realtà aziendali, sarebbero dovute essere il centro del mio racconto. Nasco da una famiglia che da parte di mia madre, francese di Cognac, ha lavorato e tutt’ora lavora la terra. I miei parenti producono Cognac da varie generazioni e ogni estate ero lì per passare le vacanze, assaporando stralci di vita agreste e contadina, avvicinandomi anche se per gioco alla fatica, alla costanza, alla sapienza e all’attenzione necessaria per riuscire nel nobile intento di coltivare la terra e gioire dei suoi frutti.
L’agricoltura è tra le attività umane quella che ha sicuramente influito in maniera più forte sulla storia del nostro paese, andando spesso a determinare tutti gli equilibri della nostra civiltà. E’ stata per molto tempo, a seconda delle stagioni, il motivo per cui si decideva di essere stanziali o di spostarsi. Se vivere in pace o cercare a qualsiasi costo nuove risorse in terre lontane; l’agricoltura ha determinato il benessere di tutte le più grandi popolazioni nella storia. Ed oggi, che di nuovo grandi eventi climatici sembrano mettere in discussione i nostri fragili equilibri, l’agricoltura torna ad essere, come giusto che sia, al centro delle conversazioni planetarie. Se è vero che un frutto nasce spontaneamente, la cura e l’intelligenza dell’uomo, nelle realtà che stiamo raccontando, hanno cercato nella natura un sistema capace di sostenere una crescita esponenziale in termini di domanda del prodotto e dei servizi.
Dietro ogni grande progetto c’è sempre un costruttore illuminato e quando ho avuto la fortuna di visitare alcuni dei luoghi di eccellenza dell’agricoltura italiana, pur meravigliato dalle location eccezionali e dalle tecnologie impiegate, alla fine la mia attenzione è andata sulle persone che ogni giorno lavorano per salvaguardare il più prezioso dei beni. Gente appassionata, motivata e attenta che negli anni ha lavorato con sapienza e prudenza per mantenere, nel loro piccolo, l’equilibrio perfetto tra natura, uomo e consumo consapevole.
Essere stato scelto da Enpaia per questo progetto è stato per me come tornare bambino in quei luoghi dell’infanzia dove correvo felice tra i vitigni e dove avevo la sensazione di contribuire a costruire qualcosa di importante, dando il mio piccolo contributo alla narrazione di questa grande storia che è la nostra agricoltura, fatta da aziende e da persone che sono ormai soprattutto patrimonio Culturale del nostro paese e che hanno contribuito così fortemente alla costruzione del Made in Italy e del buon vivere all’estero.