Josè Rallo
Josè Rallo
Amministratore Delegato Donna Fugata
Donnafugata, oltre ad essere una delle più prestigiose realtà vinicole italiane è anche un segno ed una eco della cultura siciliana, di quella eleganza antica che si ritrova nel vostro vino e nelle varie attività dell’azienda. Qual è la storia che vi ha portato fin qui?
Donnafugata nasce in Sicilia dall’iniziativa dei miei genitori, Giacomo e Gabriella, che con passione, hanno saputo innovare lo stile e la percezione del vino siciliano nel mondo. Giacomo Rallo, quarta generazione di una famiglia con oltre 170 anni di esperienza nel vino di qualità, era un imprenditore visionario e un profondo conoscitore dei mercati internazionali. Insieme a mia madre Gabriella, donna coraggiosa e propensa all’innovazione, fonda Donnafugata nel 1983.
Oggi, mio fratello Antonio ed io, guidiamo con lo stesso spirito imprenditoriale una squadra di persone fortemente orientate all’eccellenza. Sempre alla ricerca di nuove sfide e perseguendo un sogno che accarezzavamo da tempo, abbiamo realizzato due nuove tenute sull’Etna e a Vittoria; un’investimento che ancor di più ha rafforzato il nostro posizionamento premium con piccole produzioni di pregio da territori e vigneti unici.
Una donna al comando di un marchio che rappresenta una donna. Quanto c’è di femminile nel mondo di Donnafugata?
Sono nata in una famiglia meritocratica in cui donne o uomini sono stati valutati per quello che meritano. Fin da che io ricordi, essere una donna non ha mai rappresentato un ostacolo: mi sembra ieri quando mia madre, negli anni 70, andava tra le vigne per guidare gli uomini impegnati durante la vendemmia. Si faceva ascoltare e loro, piano piano, iniziarono a capire che, ad esempio, diradare la produzione sulla pianta, serviva a ottenere una maggiore qualità del vino. Le donne sono sempre state delle anticipatrici, direi per natura. Questo è stato il mio esempio. In Sicilia, isola tradizionalmente legata al settore agroalimentare, sono oggi innumerevoli le aziende vinicole di successo condotte autorevolmente da donne che appartengono a generazioni anche distanti tra loro: si tratta di un successo al femminile che era difficile immaginare solo alcuni decenni fa.
La vostra famiglia ha un legame forte con “il Gattopardo”. Lo stesso nome Donnafugata arriva da lì ed evidentemente anche il vostro prestigioso rosso “Tancredi”.
Il nome Donnafugata rimanda al romanzo Il Gattopardo ma anche alla storia di una regina in fuga, che trovò rifugio là dove oggi si trovano i vigneti aziendali, e che ha ispirato anche il logo. Ma è anche la storia di Gabriella che lasciò il suo lavoro da insegnante per intraprendere un nuovo percorso nel mondo del vino, ai suoi tempi un mondo molto maschile. Il logo è simbolo dello spirito avventuroso – e forse anche un po’ ribelle – di lasciare qualcosa di vecchio per costruire qualcosa di nuovo con determinazione e coraggio. Un modo di essere che è fortemente radicato nel DNA di Donnafugata.
Una delle cose che ammiro di più di Donnafugata, e della vostra famiglia, è che si percepisce chiaramente una dedizione al bello e all’arte nel senso più generale del termine. L’estetica delle vostre etichette, la collaborazione con Dolce e Gabbana e soprattutto il gruppo Jazz che ti vede come cantante, denotano uno stile del tutto personale nel vivere e nel fare business.
Vogliamo rappresentare nel mondo l’eccellenza artigianale e creativa del Made in Italy. Una missione che va oltre la “semplice” produzione di vino. Nel cuore di Donnafugata vi è da sempre il patrimonio storico-culturale siciliano che ispira al dialogo vino, letteratura e arte. Le etichette d’autore rappresentano un tratto identitario di Donnafugata e raccontano il mondo e i colori dell’isola tra tradizione e innovazione. Con Dolce&Gabbana condividiamo l’amore per la nostra terra, la passione per il lavoro, la cura per i dettagli e l’artigianato. Il nostro desiderio è di far conoscere i colori, i profumi e la storia della cultura siciliana in ogni angolo del mondo. Il progetto Donnafugata Music & Wine nasce nel 2002 da un’idea mia e di mio marito Vincenzo Favara, entrambi appassionati di jazz e musica brasiliana. Proprio in questi giorni presenteremo insieme alla Fondazione The Brass Group il terzo album “Rebirth”, nato dalla voglia di condividere il sentimento di rinascita attraverso il dialogo tra il linguaggio universale della musica e il vino.
Come tutte le aziende anche Donnafugata si è dovuta confrontare con temi quali l’impatto ambientale e il risparmio energetico. Quali sono le vostre strategie in merito?
Donnafugata crede nella sostenibilità e conta più di 30 anni di buone pratiche. Tante sono le aree in cui interveniamo: il vigneto, la Carbon e la Water Footprint, la biodiversità e la valorizzazione delle varietà autoctone, il risparmio energetico e l’energia pulita, il paesaggio e l’architettura sostenibile.
Durante il vostro processo di crescita e di sviluppo quanto Enpaia ha rappresentato e condiviso i vostri valori nella tutela delle persone che lavorano in azienda e che fanno insieme a voi Donnafugata?
Donnafugata è una squadra di persone, uomini e donne, orientata all’eccellenza. Ma è anche una grande famiglia dove a ciascuno viene dato sostegno, non solo professionale. Al centro di questa visione vi è la formazione continua delle risorse umane così come l’attenzione rivolta alla loro salute. Dal 2009, tramite il fondo Enpaia, tuteliamo i nostri collaboratori attraverso vari strumenti di previdenza, come un eccellente assicurazione integrativa molto utilizzata e apprezzata nel comparto.